MILANO (MF-NW)--I prezzi del rame sono schizzati quest’anno, aggiornando ripetutamente i massimi storici, sostenuti da interruzioni dell’offerta e dai timori sui dazi statunitensi, che hanno innescato un forte aumento della domanda. Il rally è destinato a proseguire nel 2026.
Gli analisti di Citi si aspettano che i prezzi del metallo rosso decollino, grazie a una domanda più robusta trainata dalla transizione energetica e dai settori dell’intelligenza artificiale. Elettrificazione, espansione delle reti e costruzione di data center richiedono infatti grandi quantità di rame per cablaggi, trasmissione di energia e infrastrutture di raffreddamento. Secondo Citi, i deficit previsti di rame, dovuti ai vincoli dell’offerta mineraria, e il continuo “accaparramento” negli Stati Uniti legato a opportunità di arbitraggio contribuiranno a ulteriori rialzi dei prezzi: “ci aspettiamo che gli Stati Uniti accumulino le scorte globali di rame e, in uno scenario rialzista, attingano ulteriormente a scorte extra-Usa già depauperate”. La banca vede il rame arrivare a 13.000 dollari per tonnellata all’inizio del 2026 e persino a 15.000 dollari entro il secondo trimestre del prossimo anno.
Anche Andrew Glass, Ceo di Avatar Commodities, prevede che i prezzi del rame raggiungano “nuovi massimi stratosferici”, soprattutto se l’accumulo fisico negli Stati Uniti continuerà a ridurre la disponibilità a livello internazionale. L’attuale rally riflette una “distorsione altamente irregolare”, guidata principalmente dall’anticipazione dei dazi piuttosto che dai tradizionali fondamentali di domanda e offerta, puntualizza l'esperto, aggiungendo che la domanda cinese di rame ha deluso negli ultimi mesi.
Ewa Manthey, strategist delle materie prime di Ing, che prevede prezzi fino a 12.000 dollari per tonnellata nel secondo trimestre del prossimo anno, osserva poi che un rame più caro è destinato a comprimere i margini nei settori ad alta intensità energetica.
I prezzi spot del rame, considerati il benchmark globale, sono saliti di circa 36% dall’inizio dell’anno e di 9% nell’ultimo mese. L’ultima fase del rally è stata fortemente amplificata dai timori sui dazi, spiegano gli analisti, con la preoccupazione che Washington possa imporre dazi sulle importazioni di rame raffinato dal 2027, spingendo la domanda al rialzo. “Una parte enorme della tensione sul mercato è legata alle preoccupazioni sui dazi statunitensi sui flussi di rame raffinato verso gli Stati Uniti”, sottolinea Natalie Scott-Gray, senior metals analyst di StoneX, riferendosi alle forniture di rame al di fuori degli Usa. Secondo i dati forniti dalla società di servizi finanziari globali, gli afflussi di rame raffinato negli Stati Uniti sono aumentati di circa 650.000 tonnellate quest’anno, portando le scorte nel Paese a circa 750.000 tonnellate. Poiché i prezzi del rame negli Stati Uniti sono più elevati rispetto ad altre aree, i trader hanno un forte incentivo a spedire grandi quantità di metallo nel Paese, conclude Scott-Gray.
alb
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1512:09 dic 2025