MILANO (MF-NW)--Il reddito nazionale lordo (Gni) pro capite dell'India si attesta a 2.540 dollari, ben al di sotto della soglia di 14.005 usd per essere riconosciuta come Paese ad alto reddito. Per raggiungere questo obiettivo, fissato dal governo di Narendra Modi entro il 2047, Nuova Delhi deve aumentare il Gni di 5,5 volte nei prossimi 23 anni, pari a una crescita del Pil media dell'8% annuo. L'obbiettivo è ambizioso, ma la crescita è stata vicino al target negli ultimi anni, spiega Alexander Friis Illum, senior economist di global evolution, parte di Generali Investments.
Il 42,9% della forza lavoro indiana è impiegata nell'agricoltura, contribuendo al 16,6% dell'economia, dunque il restante 57,1% della forza lavoro ha prodotto l'83,4% dell'output. L'esperto sostiene che la crescita potrebbe migliorare notevolmente con una riorganizzazione della forza lavoro verso i settori manifatturiero e dei servizi, così come fatto da Cina, Indonesia, Thailandia Malesia e Corea del Sud, tutte Nazioni che hanno raggiunto uno status di reddito medio-alto o alto. Con l'urbanizzazione e il passaggio dall'agricoltura ai servizi e alla manifattura, inoltre, i tassi di istruzione primaria e superiore aumenteranno, favorendo la crescita a lungo termine del Paese e distinguendolo dalle altre nazioni asiatiche.
Tuttavia, l'India dovrà affrontare diverse sfide strutturali come le leggi sul lavoro rigide e le difficoltà burocratiche nell'acquisizione di terreni, che potrebbero rallentare il progresso verso l'alto reddito. Questi ostacoli richiedono riforme significative da parte del governo indiano, sostiene l'analista
"Se l'India raggiungesse realmente i suoi obiettivi, potrebbe diventare una superpotenza economica globale. Le proiezioni indicano che la sua quota del Pil globale potrebbe aumentare dal 3,4% attuale all'11% entro il 2047", dichiara Illum.
Rispetto al comparto finanziario, a differenza della Cina, i mercati azionari indiani sono più aperti agli investitori stranieri e meno dominati da imprese statali. La capitalizzazione di mercato delle azioni indiane rispetto al Pil è aumentata dal 75% nel periodo 2015-2019 al 120% nel periodo 2022-2024, mentre i titoli cinesi sono diminuiti. Se il trend continuasse, l'India potrebbe avere il secondo mercato azionario più grande al mondo entro il 2047, prevede l'economista.
La dimensione del mercato obbligazionario del Paese è attualmente il 75% del Pil e i titoli governativi indiani offrono i più alti rendimenti a scadenza sia tra i Paesi con un merito creditizio elevato, sia tra quelli emergenti. Dallo scorso giugno, i bond indiani fanno parte degli indici obbligazionari emergenti e questo continuerà a generare flussi di capitali passivi a supporto delle obbligazioni del Paese.
A supporto del piano di Modi, il fattore più evidente è la demografia dell'India, che si distingue nettamente rispetto ai suoi pari a livello globale. Se i cambiamenti suggeriti da Illum si concretizzassero, la quota di Pil globale del Paese potrebbe avvicinarsi a quella della Cina, mentre i mercati finanziari del primo diventerebbero un punto di riferimento per gli investitori globali.
esa
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
1211:41 feb 2025