11:16 | 10 Jun 2025

FOCUS: Ubs vede una sovraperformance degli Usa nel breve periodo

MILANO (MF-NW)--La narrativa macroeconomica di quest'anno ha virato dall'eccezionalismo americano al "Sell America". Per Evan Brown, head of Multi-Asset Strategy presso Ubs Asset Management, gli investitori con sovrappeso su asset statunitensi hanno buoni motivi per cercare una maggiore diversificazione geografica su un orizzonte strategico. Tuttavia, l'esperto avverte che ci sono limiti alla riallocazione del portafoglio, sottolineando che i mercati statunitensi "offrono ancora una liquidità senza pari e altri vantaggi strutturali".

RIALLOCARE STRATEGICAMENTE IL PORTAFOGLIO HA SENSO

All'inizio del 2025, la maggior parte degli investitori prevedeva che i tagli fiscali e il programma di deregolamentazione del presidente Donald Trump avrebbero stimolato le prospettive di crescita e utili negli Stati Uniti, mentre i dazi avrebbero avuto un impatto negativo sul resto del mondo. Gli investitori hanno avviato l'anno sovrappesati sui titoli statunitensi e sul dollaro Usa. La decisione di Trump di "sfidare il mondo" a livello commerciale ha fatto sì che il peggior deterioramento delle prospettive di crescita si registrasse proprio negli Stati Uniti. L'emergere di DeepSeek ha messo in discussione il predominio statunitense nel campo dell'IA e ha rafforzato le azioni cinesi e la minaccia di revoca dello scudo difensivo statunitense ha spinto la Germania a un cambio generazionale nella politica fiscale. Tutti questi sviluppi hanno contribuito a far sì che lo S&P 500 sottoperformasse l'MSCI All-Country World ex US del 14% da inizio anno, evidenzia Brown.

I LIMITI DEL SELL AMERICA

"Riteniamo che gli investitori con un forte sovrappeso sugli Stati Uniti abbiano validi motivi per ridurre l'esposizione. Le prospettive economiche degli Stati Uniti sono un po' meno eccezionali e gli asset un po' più rischiosi, mentre le valutazioni relative di azioni e valute sono ancora elevate. Vi sono, però, limiti all'entità e alla velocità con cui gli investitori possono o dovrebbero diversificare i propri investimenti al di fuori degli Stati Uniti, considerando la liquidità e i vantaggi strutturali che i mercati statunitensi offrono", afferma l'esperto, aggiungendo che "c'è margine per una sovraperformance tattica nelle azioni statunitensi". Secondo gli esperti di Ubs, i mercati statunitensi per le loro dimensioni riescono ad assorbire grandi operazioni con impatti sui prezzi minori rispetto alla maggior parte degli altri mercati. "I mercati di molti altri Paesi sono più piccoli o meno liquidi: deflussi copiosi da asset statunitensi verso asset esteri potrebbero travolgere alcuni mercati: l'intero mercato azionario dell'eurozona è appena la metà di quello statunitense e i mercati emergenti sono anche più piccoli", osserva Brown. Pertanto, le istituzioni spesso mantengono un sovrappeso in asset statunitensi semplicemente perché in questi mercati riescono ad allocare importi ingenti in modo efficiente. Inoltre, gli Stati Uniti vantano un lungo track record di solida corporate governance, trasparenza finanziaria e tutele giuridiche, prosegue il manager. Questo infonde fiducia di un minor rischio operativo e di governance per le allocazioni di grandi dimensioni in asset statunitensi.

Tuttavia, l'esperto avverte che la tassazione dei redditi da investimento, una misura attualmente allo studio da parte dell'amministrazione Trump e del Congresso, potrebbe cambiare questa percezione.

"Per quanto si possa abbracciare il tema del Sell America a breve termine, in un'ottica tattica potrebbe risultare esagerato", afferma Brown. Su un orizzonte tattico (3-6 mesi), Ubs ritiene che le azioni statunitensi possano sovraperformare per diversi motivi. "Il primo è il sentiment contrarian e il posizionamento sulle azioni statunitensi, che potrebbero facilmente registrare un rimbalzo in caso di sviluppi positivi dell'economia e della politica statunitense", spiega il manager. In secondo luogo, dopo la stagione dei risultati del primo trimestre, gli utili statunitensi hanno superato quelli di altre regioni e i piani di spesa in conto capitale per le infrastrutture di IA sono stati confermati, rinvigorendo il sentiment sul tema dell'IA. In terzo luogo, la debolezza del dollaro da inizio anno rappresenta un elemento di sostegno per i titoli large cap statunitensi con esposizione internazionale e, allo stesso tempo, un elemento di freno per i titoli non statunitensi in valuta locale. Per questo motivo, "è probabile che le revisioni degli utili per azione risultino più positive negli Stati Uniti rispetto ad altre regioni, che potrebbero risentire del rafforzamento della valuta". Infine, storicamente l'estate segna una stagionalità negativa dei dati economici e, di conseguenza, l'esperto evidenzia che le azioni europee hanno sovraperformato quelle statunitensi solo nel 30% dei casi tra giugno e settembre.

ASSET ALLOCATION, IN EUROPA UBS SOVRAPPESA BANCHE E HIGH YIELD

Ubs ha potenziato tatticamente le azioni statunitensi, ritenendo che il posizionamento lieve, la debolezza del dollaro e i solidi fondamentali degli utili offrano sostegno a breve termine. Al contempo, la banca ha sottopesato tatticamente le azioni europee, "poiché riteniamo che la sovraperformance di quest'anno rifletta già il miglioramento delle prospettive macroeconomiche e pensiamo che il rafforzamento dell'euro possa ostacolare la crescita dei ricavi", spiega Brown. In Europa, Ubs continua a sovrappesare le banche europee con un dividend yield interessante intorno al 6% e valutazioni convenienti che non riflettono i solidi fondamentali. "Se gli Stati Uniti dovessero sovraperformare nel breve termine, come prevediamo, questo potrebbe offrire agli investitori molto sovrappesati al mercato statunitense l'opportunità di adeguare la propria allocazione strategica per renderla più equilibrata", commenta il manger. Nel frattempo, Ubs ha rivisto al rialzo le azioni dei mercati emergenti e le valute dopo la de-escalation sui dazi tra Stati Uniti e Cina. "Il carry valutario sta diventando sempre più interessante", sottolinea l'esperto, prevedendo che l'economia rimarrà in una fase di stallo: "né abbastanza calda da spingere i rendimenti verso livelli significativamente più elevati, né abbastanza fredda da creare timori per la crescita". Tra le valute, Ubs evidenzia quelle dei mercati emergenti che offrono un carry reale elevato, tra cui il Brl e l'Inr. Analogamente, Brown ritiene che un contesto caratterizzato da un miglioramento del carry e da rendimenti sempre elevati "non giochi a favore del detenere asset rifugio", almeno su un orizzonte tattico. Di conseguenza, "abbiamo eliminato le nostre posizioni lunghe tattiche sul Jpy e sull'oro, che hanno entrambi registrato una solida performance da inizio anno e potrebbero risentire del posizionamento affollato", conclude Brown.

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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

1011:16 giu 2025