12:31 | 02 Jul 2025

FOCUS: euro/usd a 1,20 sarebbe segnale di nuovo equilibrio valutario globale (eToro)

MILANO (MF-NW)--Il cambio euro/dollaro tratta leggermente in calo a 1,1772, rimanendo comunque vicino ai livelli più alti da settembre 2021. Se l'euro/usd dovesse superare quota 1,20, non sarebbe solo un breakout tecnico. "Sarebbe il segnale di un nuovo equilibrio valutario globale che si sta formando lentamente: una Bce fragile ma stabile, un dollaro in ritirata, un'Asia che esporta deflazione, un'Europa che, nonostante tutto, torna ad attrarre flussi come porto sicuro secondario.

Ma non è la prima volta che assistiamo a una dinamica simile", afferma Gabriel Debach, market analyst di eToro.

Anche sotto la prima amministrazione Trump, il cambio euro/usd aveva già registrato un rally poderoso: tra luglio 2017 e febbraio 2018 l'euro si era apprezzato di oltre il 20%, spingendosi fino in area 1,26. "Oggi, con Trump tornato in campo e lo spettro di nuovi dazi unilaterali all'orizzonte, ma non solo, il mercato sembra riconoscere un pattern familiare. Non è solo una questione di flussi: è memoria. E quella memoria oggi lavora contro il biglietto verde", osserva Debach.

GLI INVESTITORI STANNO CERCANDO ALTERNATIVE AL DOLLARO

E proprio in questo contesto si inserisce l'osservazione, tutt'altro che banale, della presidente della Bce Christine Lagarde: il 2025 sarà ricordato come un anno di svolta, "poiché gli investitori stanno cercando alternative al dollaro." Una frase semplice, ma densa di implicazioni sistemiche. "È evidente che qualcosa si è rotto. Resta da capire se sia riparabile." È una dichiarazione che pesa. Perché, pur senza mettere formalmente in discussione l'egemonia del biglietto verde, Lagarde ammette che il suo ruolo è oggi sotto osservazione come non accadeva da almeno due decenni. Eppure, il tono dei mercati non è euforico perché questa forza dell'euro è tutto fuorché speculativa o ottimista. "È una forza riflessiva, strutturale, figlia di movimenti macro globali e cambi di percezione sistemica. E soprattutto, è una salita che non si sta consumando in accelerazione, ma in costanza", commenta l'analista.

EURO FORTE, ECONOMIA FRAGILE. PAROLA DELLA BCE

Nel momento stesso in cui l'euro guadagna forza, la narrativa economica dell'Eurozona si indebolisce. E a dirlo è proprio la Banca Centrale Europea. Al Forum di Sintra, il vicepresidente Luis de Guindos ha parlato senza filtri: "Il tasso di crescita dell'area euro sarà inferiore all'1% nel 2025. La crescita del primo trimestre è stata in parte un'illusione statistica, e ci attendiamo un rallentamento marcato già nel secondo trimestre". De Guindos ha dichiarato che "serve certezza", riferendosi a politiche fiscali, dazi, regole commerciali. "Ma la certezza non esiste. Esiste la gestione dell'incertezza. E l'Europa, storicamente, non eccelle in questo esercizio", osserva Debach. Secondo le proiezioni macroeconomiche ufficiali dell'Eurosistema, pubblicate il 5 giugno scorso, la crescita del Pil per il 2025 è confermata allo 0,9%, ma con un outlook peggiorato per il resto dell'anno. La stima per il 2026 è stata rivista al ribasso all'1,1%. L'inflazione Hicp attesa per il 2025 è stata tagliata al 2,0%, con il core visto in discesa dal 2,4% al 1,9% entro il 2026. A incidere sono stati soprattutto i prezzi dell'energia più bassi, un euro significativamente più forte e una dinamica salariale più contenuta del previsto, spiega l'esperto. Il calo del Brent in euro agisce infatti come una tassa negativa sull'inflazione, rallentando la trasmissione dei prezzi, mentre l'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro rafforza le condizioni finanziarie e agisce come una stretta monetaria implicita. "La Cina, infine, sta esportando deflazione per difendere la propria quota di mercato, compensando il calo della domanda statunitense legato ai dazi. E a subirne l'impatto è soprattutto l'Europa", avverte Debach.

1,20: UNA CALAMITA DI PREZZO, MEMORIA E MACROEQUILIBRIO

Dal punto di vista tecnico, il cambio euro/usd sta testando una soglia che Debcah definisce "trinitaria": l'anchored Vwap tracciato dai minimi dell'aprile 2022 - si tratta di un indicatore tecnico che calcola il prezzo medio ponderato per il volume, ma con un punto di ancoraggio definito dall'utente - ci colloca già sopra la seconda deviazione standard. La terza (obiettivo naturale) si trova proprio in area 1,20. Inoltre, la media mobile a 200 mesi passa anch'essa in quella zona, rendendola una soglia strutturale di lungo periodo. Lo stesso livello coincide con il ritracciamento di Fibonacci al 38,2% del movimento discendente iniziato nel 2008. "In altre parole, 1,20 non è solo una resistenza, è un crocevia", conclude Debach.

lvi


MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

0212:31 lug 2025