07:59 | 27 Dec 2025

Il 2025 è stato l’anno del caos (e degli scienziati che usano l’IA per fregare la peer review)

(ClassCnbc News) (CLASS NEWS) Per molti ricercatori, scrive la rivista scientifica Nature in un editoriale, soprattutto negli Stati Uniti, il 2025 resterà negli annali come l’anno del caos. I tagli ai finanziamenti federali e al personale pubblico, le minacce politiche alle università, la stretta sull’immigrazione e il ritiro degli Stati Uniti da organizzazioni e accordi internazionali hanno frenato la ricerca in numerosi settori, ridisegnando — probabilmente per decenni — il ruolo del maggiore finanziatore mondiale della scienza. Ma la pressione non riguarda solo Washington, continua l’editoriale. In molte parti del mondo, vincoli di bilancio, interferenze politiche e una crescente ondata di nazionalismo stanno mettendo a dura prova un ecosistema scientifico che vive di indipendenza, apertura e diversità.

E poi c’è l’IA.

In questi giorni il gruppo Frontiers ha pubblicato i risultati di un enorme sondaggio condotto su circa 1.600 accademici in 111 Paesi – Italia inclusa – dal quale emerge che più della metà dei ricercatori usa strumenti di AI per valutare gli articoli scientifici e quasi uno su quattro afferma di averne aumentato l’uso nell’ultimo anno. Un dato che conferma ciò che molti editor e studiosi sospettavano: i modelli linguistici di grandi dimensioni, come ChatGPT, sono ormai entrati nella routine della valutazione scientifica. Editori e istituzioni inseguono una “nuova realtà” che solleva problemi di trasparenza, qualità e integrità.
L’intelligenza artificiale è già parte integrante del processo di peer review, anche se spesso in modo informale e in contrasto con le regole. Il problema è infatti che questo uso avviene spesso in contrasto con molte raccomandazioni esterne in particolare quelle che vietano di caricare manoscritti non pubblicati su piattaforme di terze parti, per tutelare riservatezza e proprietà intellettuale degli autori.