05:28 | 28 gen 2025

FOCUS: Trump-Cina-GB-Ucraina-inflazione, 5 interrogativi per il 2025 (Columbia)

MILANO (MF-NW)--Il consensus si aspetta che il 2025 sarà un anno discreto per l'economia statunitense ma fiacco per Europa, Regno Unito e, in assenza di stimoli significativi, anche per la Cina. Tuttavia, l'investment manager di Columbia Threadneedle Investments Anthony Willis evidenzia altri scenari esistenti per l'anno in corso, sia rialzisti che ribassisti.

Nello scenario bullish, la presidenza degli Stati Uniti Donald Trump ha un effetto positivo sui mercati e la minaccia dei dazi viene impiegata come uno strumento di negoziazione piuttosto che di costrizione. Dall'Europa arrivano notizie politiche positive, con segnali di pragmatismo da parte della Germania sul debito pubblico, mentre in Cina gli stimoli riescono a far ripartire l'economia. Si prevede una crescita dei mercati azionari, ma senza raggiungere valutazioni estreme, e prosegue anche la crescita degli utili. Infine, rispetto alla politica monetaria, le Banche centrali dovrebbero ridurre ulteriormente i tassi d'interesse, grazie all'attenuarsi dei timori inflazionistici.

Nella previsione bearish, invece, i dazi imposti da Trump innescheranno una guerra commerciale in un contesto economico stagflattivo, con l'Europa in stallo politico e di crescita economica. Anche la Cina si troverebbe di fronte a una stagnazione. I livelli dei prezzi elevati impediranno alle Banche centrali di ridurre i tassi d'interesse, complicando lo scenario a lungo termine per i mercati finanziari. Willis sottolinea, tuttavia, che il 2025 presenterà un mix di diversi scenari, piuttosto che ricadere perfettamente in uno o nell'altro modello.

L'esperto presenta cinque elementi che dovrebbero determinare come sarà il 2025, il primo ha a che fare con Washington. A differenza del suo primo mandato, Trump ora ha esperienza come presidente e la vittoria netta del suo partito al Congresso, assieme a una Corte Suprema a orientamento repubblicano, consegnano al governo un ampio margine di manovra. L'incertezza legislativa è elevata, ma sono note le intenzioni del presidente di tagliare le tasse, aumentare la spesa e usare i dazi come arma politica ed economica.

Con il conflitto russo-ucraino che sembra avviarsi verso un punto di svolta (con un effetto potenziale sui prezzi dell'energia), le prospettive per l'Europa potrebbero migliorare, o almeno superare aspettative basse. In Francia, il nuovo governo appare più stabile rispetto alla breve premiership di Michel Barnier, mentre la Germania si avvia verso le elezioni del mese prossimo, in cui il debito pubblico dovrebbe essere uno dei temi principali. Benché l'instabilità politica di Parigi e Berlino non sia ideale, in passato l'Unione è riuscita a formulare risposte pragmatiche davanti a ostacoli come quelli presentati dalla presidenza americana di Trump, spiega l'esperto.

La Cina si trova ancora a fare i conti con la crisi del mercato immobiliare, con 79 milioni di proprietà sfitte o invendute. La fiducia dei consumatori è molto bassa e il tasso di risparmio è ben al di sopra dei livelli pre-pandemici. Tra gli ostacoli di lungo termine ci sono il calo demografico e la diminuzione della popolazione in età lavorativa. Il presidente Xi ha ripetutamente accennato che il governo intende potenziare gli stimoli economici. Anche in questo caso, il ruolo del presidente Trump sarà decisivo, poichè dazi Usa elevati su Pechino potrebbero spingere quest'ultima a supportare l'economia con misure ben più ampie del previsto.

Nel Regno Unito, il nuovo governo laburista di Keir Starmer si è posto l'obiettivo di una crescita economica del 2,5% annuo, trainata dall'aumento della spesa pubblica e dalle riforme sul lato dell'offerta, in particolare nel settore della pianificazione urbana. Tuttavia, la crescita inglese è in stallo, la fiducia delle imprese è debole e quella dei consumatori, in ripresa da un periodo di inflazione ai massimi trentennali, rimane fragile. L'eredità fiscale del precedente governo limata lo spazio di manovra per Starmer, ma il budget governativo di ottobre, che ha introdotto un aumento della tassazione sulle imprese, ha inciso negativamente sia sugli investimenti che sui piani di assunzione. L'inflazione dovrebbe rimanere appiccicosa, poichè le imprese scaricano sui consumatori gli aumenti dei contributi previdenziali e del salario minimo, il che limita il potenziale impatto positivo dei tagli dei tassi da parte della Bank of England.

Lo shock inflazionistico del 2021-2023 si è ormai esaurito, come dimostra la tendenza della crescita dei prezzi verso l'obbiettivo del 2% negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell'Eurozona. Tuttavia, di recente il dato è tornato a crescere, a causa dei prezzi dell'energia, dei sevizi e la crescita persistente dei salari. Willis stima altri tagli dei tassi nel corso del 2025, ma prevede che tra non molto le principali Banche centrali adotteranno un atteggiamento più attendista.

esa


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