MILANO (MF-NW)--L'accordo annunciato ieri tra Roche e Zealand Pharma finalizzato allo sviluppo congiunto e alla distribuzione di una combinazione tra petrelintide, farmaco attualmente in fase 2 di sviluppo clinico nei laboratori di Zealand per il trattamento del diabete di tipo 2 e dell'obesità, con il recettore agonista duale GLP-1/GIP CT-388 di Roche, ha scosso il settore farmaceutico europeo. "Roche è ora una forza con cui fare i conti nel comparto dei trattamenti per la perdita di peso", affermano gli analisti di AlphaValue.
L'accordo, del valore di 5,3 miliardi di euro, rafforza il posizionamento di Roche e contemporaneamente va a pesare sulla valutazione di Novo Nordisk (-4% a Copenaghen alla chiusura di ieri), già penalizzata dalla delusione degli investitori sulla performance di CagriSema in termini di calo ponderale medio sia in pazienti affetti da diabete di tipo 2 sia in quelli che non ne soffrono.
"La combinazione tra petrelintide e CT-388 andrebbe a interessare tre ormoni diversi: GLP-1, GIP e amilina", spiegano gli analisti. CagriSema di Novo Nordisk, tra i trattamenti in fase di studio più innovativi, ne copre solo due (GLP-1 e amilina), mentre il farmaco di punta di Eli Lilly, Zepbound (tirzepatide), al pari del CT-388 di Roche ha come target GLP-1 e GIP. "È interessante notare che il candidato di Roche ha prodotto il 18,9% di perdita di peso media in 24 settimane in uno studio di fase I, mentre Zealand Pharma si aspetta un potenziale di riduzione del peso del 15-20% dal petrelintide come monoterapia. Inoltre, il petrelintide mira anche a preservare la massa magra (uno dei principali effetti collaterali dei farmaci anti-obesità attualmente disponibili)", ricordano gli esperti di AlphaValue.
Dal punto di vista del mercato dell'obesità, questo tipo di accordo non una vera e propria acquisizione e lascia trasparire "un equilibrato ottimismo (non senza una certa cautela), diversamente ad esempio da due anni fa, quando questa mossa avrebbe innescato gravi preoccupazioni sulla perdita di quote di mercato dei player già attivi", proseguono gli analisti che, comunque, non fanno a meno di notare come la notizia comporti ulteriori grattacapi per Novo Nordisk.
"Da un lato, poiché questi sviluppi non comportano la scoperta di una nuova molecola, i farmaci di Novo potrebbero subire la concorrenza potenziale potenzialmente uguale di molecole già esistenti. Tuttavia, la possibilità che la combinazione di petrelintide e CT-388 sia più efficace delle attuali/future offerte di Novo Nordisk potrebbe pesare sulle prospettive di valutazione del titolo. Inoltre, la produzione e la portata commerciale di Roche potrebbe rendere la vita più difficile agli operatori storici del mercato dell'obesità, Novo ed Eli Lilly, nei prossimi tre o quattro anni, a patto che i candidati farmaci del gigante svizzero superino gli ostacoli degli studi clinici. Questo aumenta anche la pressione su Novo affinché persegua promettenti innovazioni esterne, soprattutto considerando che il suo candidato per la perdita di peso CagriSema, ormai in fase avanzata, ha deluso gli investitori in due degli studi di Fase III", sostiene la casa d'affari.
Da sottolineare comunque come Eli Lilly in Borsa sia rimasta per lo più immune alla notizia, avendo chiuso le contrattazioni in calo dello 0,27%. Di contro, Zealand Pharma a Copenaghen ha strappato a +37,89% e Roche a Zurigo del 3,9%.
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andrea.bonfiglio@mfnewswires.it
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1308:14 mar 2025