ROMA (MF-NW)--Vivendi rivede la strategia in Tim e punta a scendere al 5% circa entro le prossime settimane, dopo il blitz di venerdì scorso che ha favorito la discesa del gruppo francese dal 23,75% al 18,37 con la cessione sul mercato di un primo pacchetto di azioni, circa il 5%, che ai prezzi di Borsa vale circa 220 milioni. Vivendi, entrata per la prima volta nell'azionariato del gruppo tlc nel 2014, era arrivata a detenerne fino al 23,94% del capitale, ma dopo 11 anni la campagna d'oltralpe in Italia si è rivelata né fruttuosa né indolore. L'ingresso era stato infatti perfezionato a valori del titolo decisamente superiori a quelli attuali, tanto da portare i francesi a trasformare la partecipazione da strategica in finanziaria con la conseguente svalutazione a bilancio. In un decennio Tim ha cambiato pelle e oggi oscilla tra vecchi soci verso l'uscita e nuovi pronti a entrare.
POSTE ITALIANE E ILIAD IN POLE POSITION PER RILEVARE QUOTA VIVENDI
L'uscita di scena di Vivendi apre le porte a nuovi possibili soci di Tim: Poste Italiane e Iliad. Le sinergie con i due operatori potrebbero portare benefici a tutti i player in campo. Poste potrebbe salire al 24% di Tim, dopo aver rilevato il 9,81% da Cdp. L’integrazione Poste-Tim potrebbe generare significative opportunità di cross-selling attraverso la capillare rete di uffici postali. Tra due giorni è atteso il cda di Poste per dare il via libera al bilancio consolidato del gruppo e non è escluso che l’ad Matteo Del Fante possa fornire qualche indicazione in più sulle possibili mosse. Anche per l'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, "in una logica di consolidamento" i due partner ideali sono Iliad e Poste.
FARO ANTITRUST UE SU EVENTUALE FUSIONE TIM-ILIAD E
Una eventuale fusione Tim-Iliad, invece, favorirebbe un consolidamento significativo nel mercato delle telecomunicazioni e questo potrebe portare l'Antitrust Ue ad accendere un faro per evitare ostacoli alla concorrenza e posizioni dominanti.
TIM RINEGOZIA 3 MILIARDI CON LE BANCHE
Intanto, Tim ha chiesto l'assistenza di Credit Agricole, Intesa Sanpaolo e Unicredit per modificare una linea di credito revolving da 4 miliardi di euro in scadenza nel 2026. Il gruppo di telecomunicazioni punta a ridurre l'importo della linea di credito a 3 miliardi di euro, a rinegoziarne il prezzo e a estenderne la scadenza fino al 2030.
pev
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
2412:49 mar 2025