05:55 | 28 apr 2025

FOCUS: Ops Mediobanca-Banca Generali, tappe e ostacoli della mossa (milanofinanza.it)

(di Luca Gualtieri - www.milanofinanza.it)

MILANO (MF-NW)--La mossa a sorpresa di Mediobanca riapre il risiko bancario con un nuovo colpo di scena. Piazzetta Cuccia ha lanciato un’ops da 6,3 miliardi sulla controllata del Leone ed è pronta a pagarla smontando la storica partecipazione nella compagnia. L’operazione potrebbe avere esiti dirompenti sulle geografie della finanza e proprio per questa ragione sta già sollevando domande tra investitori e banchieri d’affari. Ecco le principali.

MEDIOBANCA COME PUÒ LANCIARE UN’OFFERTA SOTTO PASSIVITY RULE?

Come accade per tutte le società sotto offerta pubblica, anche il cda di Piazzetta Cuccia ha le mani legate sulle operazioni straordinarie, a partire dalle acquisizioni. Lo impone la passivity rule, la normativa che tutela la contendibilità delle quotate impedendo che gli amministratori attuino iniziative difensive. A Mediobanca servirà quindi il via libera di un’assemblea ordinaria (visto che non sarà richiesta una modifica dello statuto o una variazione del capitale), con una maggioranza quindi del 50% più un’azione. Ipotizzando un’affluenza intorno al 70%, questo significherebbe coagulare un fronte vicino o superiore al 35% del capitale. L’assise è già stata convocata per il 16 giugno e i soci potranno scegliere tra dare luce verde al deal, accettare la proposta del Monte o mantenere una strategia di crescita stand alone.

SU CHE VOTI PUÒ CONTARE NAGEL?

I principali supporter del deal potrebbero essere molti dei soci riuniti nell’accordo di consultazione che oggi raccoglie l’11,87% del capitale e comprende azionisti storici come la famiglia Doris, i Ferrero, i Lucchini, gli Acutis, i Monge, i Gavio e i Pecci, oltre alle new entry Falck e Aspesi. C’è poi la larga fetta degli investitori istituzionali che in Piazzetta Cuccia detengono circa il 35% del capitale con nomi di primo piano come BlackRock, Fidelity, Vanguard e la Banca di Montreal.

Se da questi soggetti è realistico aspettarsi un via libera, più complessa è la situazione per i due grandi azionisti privati di Mediobanca, cioè Delfin e il gruppo Caltagirone che insieme detengono oltre il 28% del capitale della merchant bank e che sono anche tra i protagonisti dell’ops ostile lanciata da Mps sull’istituto. A questo fronte sono vicino alcune casse di previdenza come l’Enpam che della banca di Nagel ha l’1%, mentre Benetton (2,2%) potrebbe decidersi di muoversi come nell’assemblea Generali, scegliendo così l’astensione.

QUALI SONO LE TEMPISTICHE PREVISTE

Già nelle prossime settimane Mediobanca sottoporrà le richieste di autorizzazioni alle varie authority coinvolte, dalla Bce all’Antitrust fino al comitato Golden Power, come normalmente previsto per operazioni di questo tipo.

Le autorizzazioni sono attese a settembre, mentre il periodo di adesione si terrà tra la fine del mese e ottobre. Entro l’autunno insomma il progetto dovrebbe concludersi.

COSA FARA' GENERALI

Il 50,17% di Banca Generali è nelle mani della compagnia che sarà quindi destinataria di circa la metà del pacchetto di azioni con cui Mediobanca intende pagare il deal. Il rapporto di scambio è di 1,7 azioni del Leone per ogni titolo di Banca Generali.

Allo scadenza di un lock up di un anno, il vertice del Leone potrà scegliere tra diverse opzioni: annullare tutto o parte del pacchetto, trasferirlo agli azionisti del Leone attraverso programmi di buyback o di incentivazioni di breve o lungo termine oppure cederlo a terzi.

CHI POTREBBE COMPRARE?

Il 6,5% di Generali potrebbe fare gola a molti soggetti anche se pochi hanno oggi il profilo ideale per aggiudicarselo. La Vigilanza e le istituzioni italiane spingeranno probabilmente per un investitore finanziario nazionale con le spalle sufficientemente larghe per garantire la stabilità del gruppo.

Gli occhi sono puntati sulle due banche del Paese: da un lato Unicredit che si è appena presentata in assemblea con il 6,5% della compagnia e ha appoggiato il fronte Caltagirone contro Mediobanca e dall’altro Intesa Sanpaolo che già in passato aveva guardato al dossier Generale e che potrebbe riaprirlo alle giuste condizioni.

COSA SUCCEDERA' ALL'OPS DEL MONTEPASCHI?

Dopo l’assemblea che prima di Pasqua ha autorizzato l’operazione, Mps attende le autorizzazioni della Vigilanza prima di lanciare l’ops su Mediobanca. Il ceo Luigi Lovaglio vuole avviare l’offerta a fine giugno per chiuderà a luglio ma ora la contromosse di Mediobanca potrebbe scombinare i piani di Siena.

Il banchiere ha sempre ribadito che Generali non è "cruciale" per il suo progetto di aggregazione. Resta da capire se una brusca variazione del perimetro potrà far scattare una delle clausole di annullabilità del deal per i grandi soci della banca a partire dal Tesoro.

Se però Siena decidesse di andare avanti, le due operazioni dovrebbero procedere in parallelo. Non solo. La consegna delle azioni Mediobanca al Montepaschi potrebbe avvenire prima dell’avvio dell’offerta su Banca Generali. Tradotto: potrebbe essere il nuovo proprietario della merchant bank a eseguire materialmente il deal. Con tutte le incognite che una situazione di questo genere può comportare. (riproduzione riservata)

gua


MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

2817:55 apr 2025