MILANO (MF-NW)--La volatilità sui mercati azionari dovrebbe rimanere elevata nel 2025, afferma Saira Malik, Head of Equity and Fixed Income, Chief Investment Officer di Nuveen. In particolare, "dobbiamo continuare a monitorare l'impatto dei dazi statunitensi sui dati economici per determinare se il protrarsi della debolezza dei consumi e dell'attività delle imprese possa essere il preludio di una recessione o di un periodo di stagflazione".
Tra le aziende statunitensi che potrebbero risentire maggiormente dei dazi imposti dall'amministrazione Trump figurano quelle fortemente esposte all'intelligenza artificiale, rileva Malik. Queste società "potrebbero dover affrontare un aumento dei costi hardware, poiché dipendono da fornitori globali come Taiwan, che produce circa il 60% dei semiconduttori mondiali, secondo il Council on Foreign Relations".
Secondo l'esperta, i dazi potrebbero anche portare a un aumento dell'inflazione, che potrebbe limitare le possibilità della Fed di abbassare i tassi di interesse (tipicamente un fattore favorevole per le azioni statunitensi). Inoltre, i piani degli Usa riguardanti l'immigrazione potrebbero causare carenze di manodopera e pressioni al rialzo sui prezzi nei settori che dipendono da questi lavoratori.
Considerati dunque i diversi ostacoli che devono affrontare i mercati azionari, per fronteggiare la maggiore volatilità attesa per quest'anno, "privilegiamo i titoli dividend growth Usa e i titoli del settore delle infrastrutture globali, due aree del mercato che possono contribuire ad attenuare il rischio di ribasso e mostrarsi più resilienti in caso di un aumento dei prezzi causato dai dazi".
Malik vede inoltre prospettive in miglioramento per le small cap Usa: "poiché ci aspettiamo un allentamento della politica monetaria da parte della Fed nel 2025, riteniamo che questa asset class abbia il potenziale per recuperare terreno. Le piccole imprese tendono a fare maggiore affidamento sui prestiti per finanziare la crescita, quindi un costo del capitale più basso dovrebbe consentire loro di espandersi o investire a costi inferiori. Questo potrebbe, a sua volta, sostenere i prezzi delle loro azioni. Crediamo inoltre che una maggiore priorità alla crescita interna data dall'amministrazione Trump (attraverso politiche relative ai tagli fiscali e alla deregolamentazione) potrebbe fornire un sostegno alle small cap, che sono generalmente sensibili all'andamento dell'economia. I dazi più elevati imposti dagli Stati Uniti potrebbero dare loro un vantaggio rispetto alle large cap, poiché le piccole imprese generano livelli di ricavi più elevati all'interno degli Stati Uniti.
Quanto all'Europa, "privilegiamo i settori difensivi come l'healthcare, grazie sia all'impennata della domanda di farmaci Glp-1 per la lotta all'obesità e al diabete, sia alle valutazioni interessanti dei titoli del settore. Anche le telecomunicazioni sono interessanti, grazie al forte consolidamento del settore e alle normative che hanno aumentato il pricing power delle società del comparto. Tra i settori ciclici (cioè più sensibili all'andamento dell'economia), continuiamo a preferire le banche, che dovrebbero beneficiare della crescita in Europa e dei rendimenti più elevati dei Treasury a lungo termine, che consentono alle banche di concedere prestiti a tassi più elevati".
In generale, conclude l'esperta, "la capacità dell'Europa di continuare a sovraperformare gli Stati Uniti dipenderà in gran parte dall'impegno della Germania ad aumentare la spesa per le infrastrutture e la difesa. Anche la riduzione dei costi energetici per i consumatori è fondamentale. Secondo Statista Research, ad esempio, i prezzi del gas naturale sono circa quattro volte più alti in Europa che negli Stati Uniti.
Infine, al di là dell'Europa, riteniamo che anche il Giappone offra un'ampia gamma di società growth con valutazioni interessanti".
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
3019:16 apr 2025