03:34 | 14 mag 2025

FOCUS: Paesi Eurozona hanno emesso bond per 600 mld da inizio anno, è record (milanofinanza.it)

(di Marco Capponi - milanofinanza.it)

MILANO (MF-NW)--I Paesi dell’Eurozona non avevano mai emesso così tanti titoli di Stato in così poco tempo. Da inizio anno al 30 aprile, considerando le sole emissioni con scadenza sopra un anno, è stata raggiunta quota 600 miliardi di euro, secondo i calcoli del senior bond strategist di Generali Investments, Florian Spaete. Si tratta di una crescita del 7% del volume, comunque alto, registrato lo scorso anno, quando le emissioni erano arrivate a 560 miliardi.

GLI STATI PIÙ ATTIVI, ITALIA IN CRESCITA

In termini relativi rispetto al fabbisogno stimato, i più rapidi sono stati Grecia, Austria e Irlanda, che nel primo quadrimestre del 2025 hanno rispettivamente emesso il 79%, 62% e 52% del fabbisogno annuo. L’Italia è sopra la media (47%), ma prima in valore assoluto: ha messo in circolazione infatti Btp per 156 miliardi (la Francia, seconda, è a quota 150 con il 45% del programma completato). A fine anno, spiega lo strategist, l’Italia dovrebbe arrivare a 330 miliardi, meno dei 355 del 2024. "La situazione macroeconomica dell'Italia si è stabilizzata. La forte domanda di obbligazioni governative italiane si è riflessa anche nell'emissione di obbligazioni al dettaglio da 14,9 miliardi (il Btp Più) a febbraio 2025", osserva Spaete.

Inoltre, "le politiche economiche e tariffarie irregolari della nuova amministrazione statunitense hanno creato incertezza tra gli investitori, che ora cercano sempre più alternative liquide", aggiunge l’esperto. Di conseguenza, le obbligazioni tricolori hanno riguadagnato l'attenzione degli investitori stranieri dopo anni di caduta libera: tra il 2010 e il 2023 infatti la quota di compratori esteri di debito pubblico era scesa dal 41% a 26%. Guardando alle scadenze, Portogallo, Irlanda e Belgio continuano a concentrarsi molto sulle obbligazioni a lunga durata, con una quota superiore all'80%. Al contrario, la Germania si è finora concentrata sul segmento a medio termine (poco meno della metà). Anche l’Italia sta optando per ora per le medie scadenze: su 156 miliardi emessi circa il 42% riguarda il segmento 5-10 anni, il 33% le lunghe durate e il restante 18% la fascia di breve periodo (1-5 anni).

LE PREVISIONI PER IL SECONDO TRIMESTRE

La domanda elevata, favorita anche dalle turbolenze negli Stati Uniti, dovrebbe favorire le emissioni anche nei prossimi mesi, fino a superare il 60% del fabbisogno alla fine del secondo trimestre, stima il report di Generali Investmens. Quanto alla durata, la proporzione di obbligazioni a lunga scadenza (oltre i 10 anni) è fin qui rimasta a un livello elevato: quasi il 40% del totale. Tuttavia, a causa dell'appiattimento della curva dei rendimenti successiva all’avvio dei tagli da parte della Bce e alla normalizzazione dell’inflazione, questa percentuale è leggermente diminuita rispetto agli anni precedenti. Nel 2024 era infatti al 43%.

LE EMISSIONI NETTE E LE PROSSIME MOSSE DELLA BCE

Con soli 300 miliardi di euro di obbligazioni in scadenza entro la fine di aprile (circa il 36% del volume del 2025), l'emissione netta, ovvero la differenza tra nuove emissioni e bond in scadenza, è già vicina ai 300 miliardi. Questo, osserva lo studio, rappresenta il livello più alto mai raggiunto nei primi quattro mesi di un anno. Ciò significa che i titoli di stato dell'Eurozona hanno già collocato sul mercato oltre il 60% dell'emissione netta.

"La Bce continuerà con il Quantitative Tightening (QT) iniziato nel 2023, non reinvestendo i titoli di stato in scadenza", ricorda lo strategist. Nel 2025 più di 250 miliardi di euro di titoli sovrani dell'Unione Europea non verranno reinvestiti dalla Bce, portando a un totale di quasi 230 miliardi di titoli non reinvestiti. Francoforte continuerà inoltre con il QT del programma Pepp (15 miliardi al mese), "ritirando complessivamente circa 410 miliardi di euro dal mercato".

LE STIME PER FINE ANNO

Alla politica della Bce si aggiungono due fattori: da un lato le tensioni nell'alleanza tra Ue e Usa, che richiedono all'Europa di aumentare la spesa per la difesa (pur con un impatto limitato sulle emissioni nel 2025, prevede Spaete), e dall'altro la Germania, che grazie alle recenti decisioni di politica fiscale potrebbe aumentare moderatamente le emissioni di quest'anno. Nel complesso, Generali Investmens stima un’emissione netta di circa 490 miliardi, leggermente superiore a quella dell'anno scorso di circa 20 miliardi, "anche se è improbabile che raggiunga il record del 2023 di 520 miliardi", puntualizza l’esperto. Come livello lordo, lo strategist si aspetta invece "un'emissione record di circa 900 miliardi, ancora più elevata rispetto alle previsioni iniziali".

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1415:34 mag 2025