11:58 | 22 mag 2025

FOCUS: manifattura Usa, servono infrastrutture per sostenere rilocalizzazione (Global X)

MILANO (MF-NW)--Le aziende statunitensi hanno privilegiato per decenni la delocalizzazione della produzione, ottimizzando costi ed efficienza attraverso catene di fornitura globali. Tuttavia, una convergenza di forze economiche e geopolitiche sta invertendo questa tendenza. L'amministrazione Trump ha infatti l'obiettivo di fare tornare la manifattura negli Stati Uniti. Secondo Tejas Dessai, director of Research di Global X, questo cambiamento non si tratta di un semplice aggiustamento, ma di una profonda ridefinizione strategica delle priorità nazionali, finalizzate a ricostruire la capacità industriale, rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento e garantire la competitività di lungo periodo.

"Il reshoring, tuttavia, richiederà più di una politica favorevole. Saranno necessari ingenti investimenti nelle infrastrutture statunitensi, nell'automazione e nell'approvvigionamento energetico", afferma Dessai. La rinascita manifatturiera americana dipenderà innanzitutto "dalla capacità del sistema infrastrutturale nazionale di evolversi con la stessa rapidità dell'attività produttiva", spiega l'esperto, sottolineando che questo processo richiederebbe una trasformazione di lungo periodo, articolata su più anni.

IL PARALLELO CON LA CINA E L'IMPORTANZA DELLE INFRASTRUTTURE

"Un parallelo storico utile è rappresentato dal boom infrastrutturale della Cina negli anni 2000, che fu determinante per la sua ascesa manifatturiera", osserva Dessai. Tra il 2002 e il 2016, gli investimenti cinesi in infrastrutture passarono dall'8% al 24% del Pil, alimentando una rapida espansione industriale. Sebbene gli Stati Uniti possano contare su una solida base infrastrutturale costruita nel ventesimo secolo, il successo del reshoring richiederà investimenti significativi per soddisfare le nuove esigenze di una base industriale rivitalizzata.

LA PANDEMIA E I DAZI HANNO ACCELLERATO LA RILOCALIZZAZIONE

"Un'accelerazione è già visibile", evidenzia il ricercatore. Dopo la pandemia, le aziende manifatturiere statunitensi hanno aumentato in modo deciso la costruzione di impianti sul territorio nazionale. Nel 2024, la spesa per costruzioni legate alla manifattura ha raggiunto i 236 miliardi di dollari, più del doppio rispetto alla fine del 2021. Inoltre, dopo l'imposizione di nuovi dazi da parte dell'amministrazione Trump, negli ultimi mesi si sono registrati nuovi investimenti legati al reshoring, con impegni significativi da parte di aziende come Apple e Tsmc, "che potrebbero tradursi in centinaia di miliardi di dollari destinati alle infrastrutture", osserva Dessai.

AUTOMAZIONE E TRANSIZIONE ENERGETICA SONO FATTORI CHIAVE

Contemporaneamente, l'aumento dei salari all'estero e i crescenti rischi delle catene di fornitura globali hanno ridotto il divario di costo tra la produzione off-shore e quella domestica. "In questo contesto, l'automazione può offrire un vantaggio competitivo decisivo, rendendo il reshoring non solo fattibile ma anche necessario", avverte il ricercatore. Per settori come i semiconduttori, le batterie e l'aerospazio (fra i primi a riportare la produzione in patria data la loro rilevanza strategica), "l'automazione è non solo economicamente vantaggiosa, ma anche essenziale per garantire la precisione e i volumi richiesti", commenta l'esperto. Il costo di implementazione di robot industriali è diminuito di quasi il 25% nell'ultimo decennio, grazie ai progressi in sensori, software e componentistica. Nel frattempo, i salari nel settore manifatturiero statunitense sono aumentati di circa il 4% nel 2024 e si prevede che cresceranno di un ulteriore 35% entro il 2030, "rafforzando la necessità dell'automazione per mantenere la competitività dei costi", avverte Dessai.

Infine, l'espansione della manifattura statunitense è strettamente legata alla capacità del Paese di soddisfare la crescente domanda di elettricità. Gli Stati Uniti stanno ridisegnando il proprio panorama produttivo, soprattutto nei settori dei semiconduttori, dei veicoli elettrici e dell'energia solare. "Con la costruzione di nuovi impianti sul territorio nazionale sarà necessario potenziare sia la capacità di generazione elettrica che le infrastrutture di trasmissione per sostenere questi settori ad alta intensità energetica", puntualizza l'esperto, aggiungendo che le opportunità per gli investitori potrebbero essere significative. "A nostro avviso, le aziende pioniere nell'automazione e nell'adeguamento della rete elettrica nazionale saranno tra le principali beneficiarie di questi forti venti favorevoli", conclude Dessai.

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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

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