08:35 | 28 mag 2025

MF CONTRARIAN: il tempo del Futurismo, una mostra utile per l’educazione dei giovani

ROMA (MF-NW)--Viviamo in un tempo in cui i giovani conoscono la Pace di Vestfalia ma ignorano la Conferenza di Potsdam. Non per colpa loro, ma per effetto di una didattica nazionale ancora troppo ancorata a un passato remoto, che non viene mai veramente praticato come fondamento per comprendere il presente e immaginare il futuro. In questo scenario, la mostra Il tempo del Futurismo, conclusa il 27 aprile con oltre 161.000 visitatori, rappresenta un gesto culturale coraggioso e necessario, capace di riattivare l’immaginazione storica e artistica delle nuove generazioni.

Il successo della mostra non si misura solo nei numeri (con un +64% di affluenza rispetto all’anno precedente e un boom di visite guidate, cataloghi venduti, persino del giro d'affari del Caffè delle Arti), ma soprattutto nell’impatto che ha avuto sui giovani. Essi hanno potuto avvicinarsi per la prima volta, in modo serio e coinvolgente, a un movimento cruciale come il Futurismo, che ha cercato di liberare l’Italia da una memoria rurale e passatista per proiettarla nella modernità, nel dinamismo, nella tecnologia, nella velocità. Il Futurismo non è solo una corrente artistica: è uno spartiacque culturale, una tensione verso il futuro che si è fatta arte, parola, città, macchina.Un successo tanto più importante quanto la mostra non è stata esente da polemiche ideologiche preventive. Il curatore Gabriele Simongini ha saputo privilegiare la qualità e grandezza delle opere futuriste, come espressioni artistiche, presentando un'ampia gamma di opere e manufatti industriali, che testimoniano il rapporto fecondo tra il movimento e la tecnologia.

Perché tutto questo è così importante oggi?Perché la scuola italiana - pur con il grande impegno di molti docenti - tende a trascurare il Novecento, e con esso quelle esperienze artistiche che hanno cercato di fondere la cultura umanistica con la tecnica. La frattura tra queste due dimensioni - cultura e tecnologia - è ancora troppo forte, e ciò impedisce ai giovani di comprendere pienamente le grandi trasformazioni del presente. L’arte del ‘900, e in particolare il Futurismo, è arte della modernità: parla di città, di comunicazione, di pubblicità, di movimento, di linguaggio, di conflitti e visioni. Per questo deve diventare parte integrante del bagaglio culturale di ogni studente.

Ma non basta portare i giovani a una mostra: bisogna saperli coinvolgere. E qui «Il tempo del Futurismo» ha saputo osare.

L’installazione site specific di Lorenzo Marini, giocata su lettere, colori, energia visiva, ha rappresentato un ponte emotivo e sensoriale verso i contenuti più complessi dell’esposizione. È stato un invito gioioso e intelligente all’interazione, un esempio concreto di come si possa conciliare rigore filologico e accessibilità. In questo senso la mostra non è stata soltanto un evento culturale ma anche un esperimento educativo riuscito. Le mostre, i musei, le biblioteche - ci ricorda questa esperienza - non sono luoghi morti, mausolei della cultura, ma laboratori attivi, esperienze trasformative. È tempo che l’Italia creda davvero in una nuova forma di educazione culturale, in cui la storia contemporanea, l’arte moderna e la dimensione tecnologica non siano separate, ma si intreccino nel vissuto e nella formazione dei giovani.

«Il tempo del Futurismo» è stato tutto questo. E i ragazzi che l’hanno vissuta ci chiedono, silenziosamente ma con chiarezza, di continuare su questa strada. Di costruire un’educazione più completa, più coraggiosa, più contemporanea. Dove il passato non sia solo memoria, ma leva per pensare il futuro. (milanofinanza.it)

red/alu

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