10:05 | 02 lug 2025

FOCUS: De Meo, può l'uomo dell'auto rilanciare la casa madre di Gucci? (milanofinanza.it)

MILANO (MF-NW)--Luca de Meo, ceo di Renault, volò in un villaggio inglese fuori Oxford nel 2023 per dare un giudizio schietto al team di Formula 1 dell’azienda. Davanti a piloti e tecnici, de Meo – con i capelli grigi e l’aria determinata – aveva denunciato 'arroganza', 'incompetenza' e 'mancanza di onestà con il team e con la proprietà'. Aveva rimproverato il gruppo per i continui scaricabarile tra i vari reparti. 'Siamo tornati dalla parte dei perdenti', aveva detto. 'E odio stare dalla parte dei perdenti'.

Il team ha poi mostrato miglioramenti rispetto alla precedente situazione caotica, come raccontato nel documentario Anatomia di un ritorno, finanziato dalla stessa Renault, per mostrare il dietro le quinte del rilancio della casa automobilistica europea, reduce da gravi difficoltà finanziarie.

UNO STILE MANAGERIALE ESIGENTE

Ora il colosso del lusso Kering punta tutto sullo stile di gestione diretto ed esigente di Luca de Meo – unito a una certa abilità per l’autopromozione – sperando che possa ottenere risultati simili anche per i suoi marchi, tra cui Gucci, Saint Laurent e Balenciaga.

Renault, riporta milanofinanza.it riprendendo un articolo del Wall Street Journal, ha scioccato il mondo degli affari europeo a metà giugno, annunciando che de Meo si sarebbe dimesso dopo cinque anni alla guida. Ancora più sorprendente è stata la notizia che avrebbe assunto la direzione di un conglomerato del lusso, dopo trent’anni nel settore automobilistico tra Toyota, Fiat e Volkswagen.

Il 58enne prende il posto di François-Henri Pinault come ceo di Kering. Pinault, che ha guidato il gruppo fondato da suo padre, era noto per lasciare grande autonomia ai dirigenti dei vari marchi.

De Meo porterà probabilmente un’energia diversa. In Renault testava personalmente le auto e dava suggerimenti su tutto: dal suono delle portiere alla chiusura, fino al motivo delle cuciture del rivestimento interno del tetto. Da quando ha assunto il ruolo nel luglio 2020, il titolo Renault ha quasi raddoppiato il suo valore, superando la maggior parte dei concorrenti. Resterà ceo di Renault fino al 15 luglio e inizierà in Kering a settembre.

Di corporatura compatta, de Meo veste con abiti eleganti e orologi di classe. I colleghi lo descrivono come intenso ed estremamente preciso, attento persino alla preparazione del caffè del mattino e ai suoi regolari match di padel. 'Vedi la passione che ha per il padel, l’energia. Vuole vincere a tutti i costi', ha detto Arnaud de Puyfontaine, ceo del colosso Vivendi e partner di padel.

Remo Ruffini, il miliardario italiano presidente e ceo di Moncler, ha affermato che lo status di outsider di de Meo potrebbe rivelarsi un punto di forza. 'Molti diranno che la sua sfida più grande sarà comprendere i codici e la cultura dell’industria', ha detto Ruffini. 'Io la vedo al contrario: il settore ha l’opportunità di beneficiare di un outsider capace di portare nuove prospettive'.

LE SFIDE IN KERING

In Kering, de Meo eredita un gruppo in difficoltà nel tenere il passo con i concorrenti. Gucci, il suo marchio principale, è in una fase di stagnazione prolungata nelle vendite, mentre Saint Laurent e Balenciaga hanno perso slancio. Il titolo è crollato di quasi l’80% rispetto al picco raggiunto nel 2021.

Anche l’intero settore del lusso sta affrontando turbolenze. La domanda cinese ha rallentato e i consumatori statunitensi stanno riducendo le spese. I marchi sono sempre più sotto osservazione per quanto riguarda le loro catene di approvvigionamento, mentre gli aumenti di prezzo durante la pandemia hanno spinto molti giovani acquirenti a mettere in discussione il valore stesso del lusso.

Il compito di de Meo abbraccia tutto questo. Dovrà rilanciare i marchi principali di Kering – a partire da Gucci – e allo stesso tempo ridare energia ad altri, come Alexander McQueen. Dovrà inoltre gestire il crescente indebitamento del gruppo e affrontare questioni strategiche di lungo termine riguardo al portafoglio del gruppo, tra cui la partecipazione di minoranza in Valentino e l’opzione di acquistare il resto da Mayhoola, la società del Qatar che ne detiene la maggioranza.

UN OUTSIDER NEL MONDO DEL LUSSO?

All’interno di Kering, le reazioni alla nomina di de Meo sono contrastanti. Molti dipendenti la vedono come un Hail Mary – un ultimo tentativo disperato – che riconosce la gravità della situazione attuale, ma anche con una certa diffidenza verso l’idea di affidarsi a un 'uomo dell’auto' e non a un insider del mondo del lusso.

L’analista di Hsbc Erwan Rambourg ha detto che il consenso nel settore è che questa mossa si rivelerà 'una follia o un colpo di genio'.

De Meo ha ristrutturato Renault in un periodo di forti turbolenze – e secondo un suo stretto consigliere, le sfide del settore del lusso non sono poi così diverse. L’industria del lusso 'sta affrontando anch’essa delle trasformazioni', ha detto Andrea Bozzi, banchiere di Evercore che ha assistito de Meo nella ristrutturazione di Renault. 'Nuovi prodotti, nuove esperienze, un contesto competitivo in evoluzione, molte, molte sfide'.

Oltre alle sue capacità operative, sarà cruciale anche il suo talento per lo storytelling e la costruzione dell’immagine, che sono valute fondamentali nel mondo del lusso.

Fin dall’inizio del suo incarico in Renault, de Meo ha fatto entrare le telecamere, documentando riunioni, lanci di prodotto e briefing interni spesso tesi. Anche se inizialmente si era pensato di cercare un partner esterno per finanziare il documentario, alla fine è stato finanziato da Renault ed è stato trasmesso su Amazon Prime. In una scena, rivolgendosi a un gruppo di dirigenti, afferma: 'Come team, abbiamo realizzato uno dei turnaround più rapidi nella storia recente dell’industria automobilistica'.

Poco dopo, davanti alla telecamera, aggiunge: 'Questo dimostra che, con un buon allenatore e una strategia adatta alla competizione odierna, si possono fare miracoli con le organizzazioni'.

François-Henri Pinault, che controlla Kering tramite la holding di famiglia e resterà presidente, ha già fatto sapere che lascerà a de Meo lo spazio necessario per guidare il gruppo. In oltre vent’anni, Pinault ha trasformato Kering da un conglomerato diversificato a un gruppo focalizzato esclusivamente sul lusso. Ma nonostante questa trasformazione, restano dubbi sul fatto che Kering possieda la cultura, la disciplina e la precisione operativa di gruppi come Hermès, Lvmh o Chanel.

GLI INIZI E LA FORMAZIONE

De Meo è cresciuto in diversi Paesi, seguendo la carriera del padre. Ha trascorso parte della sua infanzia in Brasile, Nigeria, Tanzania e Costa d’Avorio. Proprio lì, all’età di 7 anni, ha vissuto l’esperienza formativa che oggi considera decisiva per il suo percorso. Alla vigilia del Rally Bandama del 1974, il pilota italiano Arnaldo Cavallari gli offrì un giro per le strade di Abidjan a bordo della sua Lancia Fulvia HF bianca con strisce blu. 'Da quel giorno ho deciso di dedicare la mia vita all’automobile', ha raccontato de Meo. Ha studiato marketing all’Università Bocconi di Milano, una delle più prestigiose business school italiane, e ha scritto la sua tesi sull’etica aziendale.

È noto per calarsi profondamente nella cultura delle aziende – e dei Paesi – in cui lavora, trattando ogni nuovo incarico come un’occasione di apprendimento. Brunello Cucinelli, imprenditore della moda italiana, ha raccontato di essere rimasto colpito dalla determinazione di de Meo ad adattarsi e ad avere successo quando si incontrarono per la prima volta nel 2009, mentre de Meo si preparava a entrare in Volkswagen. 'Era determinato a soddisfare le aspettative al massimo livello', ha ricordato Cucinelli. 'Ricordo distintamente quanto fosse immerso nella lingua e nella cultura tedesca'.

IL METODO RENAULT

Renault non è stata un’azienda facile da gestire. Aveva una lunga e spesso tesa partnership con Nissan. Il suo principale azionista, lo Stato francese, deteneva seggi nel consiglio d’amministrazione e partecipava attivamente alle decisioni strategiche. A complicare il quadro, si aggiungevano i forti sindacati. In questo contesto, de Meo ha iniziato definendo la sua strategia e fissando obiettivi ambiziosi. Ha imposto un ritmo costante di traguardi aziendali, utilizzando eventi pubblici per scandire il processo di rilancio. Ogni pochi mesi c’era un nuovo annuncio – una partnership, una giornata per la stampa o una presentazione di prodotto – pensati per mantenere l’azienda in movimento. Secondo chi ha lavorato con lui, de Meo rimane, in fondo, un 'ragazzo prodotto': uno che crede che i marchi vivano o muoiano in base a ciò che offrono ai consumatori. In Renault, ha guidato personalmente il rilancio della Renault 5 come veicolo elettrico compatto ispirato al classico degli anni ’70. Ha inoltre avviato una ristrutturazione industriale dell’azienda. Ha creato Ampere, una divisione dedicata ai veicoli elettrici e al software.

Non tutto, però, ha funzionato. L’ipo di Ampere è stata annullata dopo non aver raggiunto l’obiettivo di valutazione di 10 miliardi di euro. Mobilize, uno spin-off dedicato alla mobilità urbana, ha ottenuto scarso riscontro finora. Nel team Alpine di Formula Uno, de Meo ha cambiato diversi leader, senza successo.

Molte iniziative – come l’espansione di Alpine oltre il suo mercato di nicchia – richiederanno anni prima di mostrare risultati concreti. Nel corso della sua carriera, de Meo ha spesso affrontato progetti difficili, guidato un turnaround e poi voltato pagina, restando raramente più di cinque anni nello stesso marchio. Quando il gruppo Stellantis (proprietario di Jeep) ha iniziato a cercare un successore per il ceo Carlos Tavares, alcuni in Renault temevano che de Meo potesse essere 'soffiato' via. Diversi dipendenti hanno tirato un sospiro di sollievo quando è stato promosso un candidato interno. In realtà, de Meo era già stato contattato da Kering. Pinault ha raccontato che, quando i due si sono incontrati, l’intesa tra loro è stata immediata: 'È bastato un minuto o due'.

A metà giugno, de Meo ha presentato il suo ultimo aggiornamento strategico per Renault ai direttori del comitato strategico del gruppo. Quasi in contemporanea, ha comunicato la sua decisione di dimettersi al presidente Jean-Dominique Senard. E pochi giorni dopo ha informato il resto del consiglio.

red


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0210:05 lug 2025