04:31 | 20 nov 2025

FOCUS: Moody's pessimista su andamento debito globale 2026, pesa incertezza politiche Usa

MILANO (MF-NW)--Sebbene l'intelligenza artificiale e le riforme possano portare a sviluppi positivi del credito, il bilancio complessivo è appesantito dalle politiche a breve termine, dalle pressioni sulla sostenibilità del debito e da una crescita debole, unita a un elevato onere del debito. Ecco perchè l'outlook di Moody's per il debito sovrano globale nel 2026 è negativo.

A pesare sull'andamento è, in particolare, il perdurare dell'incertezza sulle politiche adottate dagli Usa: la continua incertezza sui cambiamenti di politica economica negli Stati Uniti (rating sovrano Aa1 stabile) e le diffuse tensioni interne e geopolitiche ostacolano, secondo gli analisti, la ripresa fiscale globale, nonostante una crescita sostanzialmente stabile e un'inflazione contenuta. Intanto, gli elevati livelli di debito aumentano le pressioni sull'accessibilità economica, mentre i bilanci rigidi limitano l'efficacia delle politiche.

Addentrandosi più nel dettaglio, l'analisi dell'agenzia di rating evidenzia che l'incertezza sulla policy statunitense sta rallentando investimenti e consumi. La polarizzazione politica e i disordini sociali, nel frattempo, spingono i governi a concentrarsi su questioni più urgenti nell'immediato, come la disoccupazione e il costo della vita. Questa polarizzazione, tuttavia, ostacola il consenso sulle politiche da adottare e mette alla prova l'efficacia delle istituzioni e dell'efficacia delle iniziative intraprese.

Questo in un quadro macroeconomico atteso rimanere sostanzialmente immutato nel corso del 2026: tra le economie emergenti saranno in particolare i Paesi dell'Africa sub-sahariana a crescere più rapidamente, mentre l'Europa occidentale e l'Asia-Pacifico cresceranno meno di quanto facessero prima della pandemia Covid. Si inserisce in questo contesto il ruolo dell'intelligenza artificiale: da un lato apporterebbe beneficio alla produttività, mitigando gli effetti della crescita più lenta e dell'invecchiamento della popolazione, ma dall'altro comporta anche un maggiore dispendio di risorse e anche qualche sfida sul fronte del quadro normativo.

Passando ai numeri, gli analisti di Moody's si aspettano che la maggior parte degli Stati sovrani manterrà i saldi di bilancio prossimi ai livelli del 2025. Il rapporto debito/Pil rimarrà elevato, limitando la capacità di assorbire shock futuri - in particolare per le economie emergenti e per diversi Stati sovrani con rating A. I bilanci statali rigidi, a fronte di maggiori pressioni sulla spesa per la difesa e per il sociale, limiteranno ulteriormente il consolidamento fiscale e la capacità dei governi di ridurre il debito.

Tutti questi fattori sono attesi riflettersi anche sulle curve dei rendimenti dei bond sovrani. La politica monetaria globale è attesa dagli esperti allentarsi tra 2025 e 2026, ma le difficoltà fiscali e istituzionali spingeranno al rialzo i rendimenti a lungo termine. Intanto, il costo degli interessi nelle economie più avanzate sta aumentando, esponendo i titoli sovrani con scadenze più brevi - come gli Stati Uniti - a costi di rifinanziamento potenzialmente più elevati. Questo in un contesto in cui le economie emergenti stanno emettendo più debito non denominato in usd, il che può ridurre il rischio connesso ai cambi, sebbene in alcuni casi con costi complessivi del debito più elevati. Nel frattempo, le restrizioni sulle opzioni di finanziamento e sulle condizioni di finanziamento aumentano i rischi di liquidità dei mercati di frontiera, anche se la cooperazione tra creditori potrà portare a un modicum di sollievo.

Due, in conclusione, sono i fattori che a detta di Moody's potrebbero portare a una revisione in chiave più ottimistica dell'andamento globale dell'indebitamento sovrano. Innanzitutto una maggiore trasparenza sulle mosse di politica economica estera degli Stati Uniti, che porterebbe a una ripresa degli investimenti e, quindi, alla ripresa della crescita economica, stabilizzando l'outlook. Un miglioramento della produttività più rapido o più significativo derivante dall'adozione dell'AI, poi, rafforzerebbe ulteriormente la ripresa delle economie e aiuterebbe anche i governi a recuperare lo spazio fiscale perduto. Tassi di interesse più bassi a breve e lungo termine fornirebbero un sollievo fiscale, ma dovrebbero essere accompagnati da politiche volte ad affrontare le radicate difficoltà economiche e fiscali.

bon

andrea.bonfiglio@mfnewswires.it


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