08:03 | 18 Apr 2024

MF CONTRARIAN: Mario Draghi riuscirà davvero a diventaare l'Hamilton della Ue

di Angelo De Mattia

ROMA (MF-NW)--Enrico Letta ha presentato ieri il suo report sul mercato unico che va a integrare lo studio che Mario Draghi ha annunciato per giugno, le linee del quale sono state illustrate nel discorso di La Hulpe di martedì 16. Roberto Sommella, direttore di MF-Milano Finanza, che ieri ha anticipato alcune riflessioni sulle previste indicazioni di Letta, nel commentare l'intervento di Draghi nel sobborgo belga ha scritto di un discorso degno di Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Usa, colui che realizzò l'unificazione dei debiti pubblici degli Stati della Confederazione: un richiamo molto appropriato per l'Europa di oggi.

Lungo questa direttrice, perché le proposte illustrate dall'ex presidente di Bce e le analisi nonché i programmi che saranno contenuti nel report possano essere produttivi di scelte e di indirizzi concreti fin dove sarà possibile e ispirare politiche generali e misure legislative, appare necessario ottemperare a due condizioni.

Innanzitutto, avere presente che il mandato per uno studio sulla competitività europea è tale che non può non allargarsi alla pluralità dei temi economici, finanziari e istituzionali che Draghi ha affrontato. Limitarsi a sottolineare le indicazioni sul superamento del diritto di veto e sull’istituzione del mercato unico dei capitali, che per di più costituiscono proposte in campo da almeno dieci anni, significa dare del discorso di Draghi una visione massimamente riduttiva, incapace di cogliere gli ineludibili collegamenti per i quali può dirsi che tutto si tiene. Politiche industriali, energia, ambiente, difesa costituiscono settori che Draghi mette in primo piano insieme con il debito comune, ponendo così il problema delle nuove regole, a partire da quelle della concorrenza. I radicali cambiamenti intervenuti richiedono regole nuove, politiche nuove, a cominciare dall'economia e dalla finanza, istituzioni riformate. La competitività è solo la leva di Archimede per una generale riforma dell'Unione in nome innanzitutto della coesione tra gli Stati al fine di rispondere alle sfide globali: questo è il punto cruciale e in ciò è calzante la citazione di Hamilton. Agli argomenti indicati va, però, aggiunta anche una necessaria riflessione sulla configurazione del mandato della Bce e sulle relazioni tra politica monetaria e Vigilanza Bancaria. Naturalmente, alzatosi così il livello, le proposte pongono il problema della ovvia crucialità del consenso politico per la loro attuazione. Dunque il rinvio è alle prossime elezioni senza mai dimenticare che anche le più importanti idee camminano sulle gambe delle persone che debbono essere motivate a camminare. A maggior ragione in questo caso che evidenzia una portata della riforma che potrebbe promuovere una fase storica come quella dei Trattati di Roma.

La seconda condizione sta nel ruolo di Draghi. Se si enfatizza la tesi di una sua presunta candidatura al vertice della Commissione Ue o del Consiglio, una candidatura che utilizza il report e le anticipazioni di martedì, penso che si faccia un danno a lui e allo studio nonché all'attuazione delle proposte. Credo che il primo a non volere apparire nella figura di chi dice vengo io e riformo tutto, una specie di pantocratore, sia proprio Draghi il quale ben ricorda come sia stata dannosa la partenza con largo anticipo per l'ascesa al Colle, nonché la confusione, le indiscrezioni, gli incontri che si verificarono con l'obiettivo Quirinale. Penso pure che l'intento di una candidatura ombra non sia affatto immaginata dall'ex presidente del Consiglio, ma sia il classico programma che viene propalato inaudita altera parte. L'efficacia e la spinta all'attuazione di uno studio molto importante, come quello in questione, richiedono che esso sia valutato per quel che dice e propone, non per le sorti di colui che lo ha redatto. Ciò significa escludere che Draghi possa ricoprire le cariche comunitarie apicali di cui si continua a vociferare? Nient'affatto. Ma oggi è tassativo distinguere, evitando pure che emergano sostenitori di tali investiture che, in primo luogo, pensano piuttosto a investire se stessi di altre cariche sulla scia di Draghi, apparendo sulla scena in tale ruolo o mirando a una legittimazione internazionale. (milanofinanza.it)

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1808:03 apr 2024